Por Bruno di Pietro.
L’articolo analizza alcuni punti focali dei rapporti tra filosofia, etica e scienza nei confronti dell’uomo e, nello specifico, nei confronti dell’atleta. Quando l’applicazione pratica dei risultati della ricerca scientifica nei confronti di un atleta può essere ammissibile? L’articolo mette in chiaro i punti focali di questa domanda e, soprattutto, fornisce non una soluzione definitiva ma detta una sorta di “linea guida” per stabilire i casi un cui la scienza applicata all’uomo, cioè la tecnologia, possa ritenersi “lecita” e quindi ammissibile. Lo Sport è un settore delle attività dell’uomo in cui vi è una eccezionale confluenza di interessi; e ciò potrebbe portare a ritenere la prestazione dell’atleta e lo stesso atleta non come fine a sé stesso ma come mezzo per altri fini ed altri interessi, soprattutto economici. Punto determinante ed insuperabile è la “dignità” della persona, che non può mai essere attentata. L’articolo ripropone la versione classica della concezione dell’uomo come “fine” e mai come “mezzo” applicata ad un settore, quello sportivo ed agonistico, che è uno dei settori più floridi ed “in movimento” della epoca attuale.Parole chiave: etica, diritto, sport, tecnologia, giustizia.